Gisella Giovenco è nata a Ferrara nel ’46, ma dall’età di un anno vive a Bogliasco (Genova) dove lavora. Al “Liceo Artistico N. Barbino”, ha avuto come insegnanti i pittori Bassano e Nobile e lo scultore Valdieri Pestelli. Appena diplomata ha cominciato a dipingere e ad esporre le sue opere in numerose collettive ed estemporanee nelle cittadine rivierasche. (foto 1)
Nel ’67 allestisce la sua prima personale alla “Galleria Guidi” di Genova: 48 opere tra olii e sculture in legno, creta e gesso. Partecipa ad una collettiva nella galleria “Chiesa di S. Romano” a Ferrara.
Nel ’69 la sua seconda personale alla Galleria “Il Cigno” in via Manzoni a Milano, presentata da Mario Lepore. (foto 2 - 3 - 4)
Nel ’72 espone nuovamente alla “Galleria Guidi” di Genova.
Nel ’73 , è invitata a partecipare con dieci opere alla mostra, a cura dell’Istituto Italiano di Cultura di Tokio, che tocca le città di Tokio,Osaka, Hiroshima, Hakatà.
Nel ’76 è: al Palazzo Comunale di Sperlonga; al 1° Premio “Foemina” a Genova; invitata dal Circolo Sannitico, al Palazzo della Prefettura di Campobasso; e con una personale, alla “Galleria Tasso” a Bergamo.
Nel ‘77: collettiva al Palazzo Comunale di Serlonga;
Nel ’79: con “Les artists d’Italie” a Parigi; appare sul Dizionario “Bolaffi”; presenta una personale alla Galleria “La Polena” a Forte dei Marmi; 10 opere alla Galleria “Eastern Star” di Agrigento; 10 opere nelle sale borboniche del Palazzo Bonaiuto a Caltagirone. Intanto ha conosciuto Renzo Cortina, il famoso gallerista e libraio di Milano che le affida la conduzione in diretta del “L’angolo del libro” ad “Antenna 3”. Fra la trentina di suoi ospiti ricorda Gina Lagorio, Nantas Salvataggio, Carlo Castellaneta, Alberto Lattuada, Romano Battaglia, Alberto Bertuzzi, Bevilacqua, Pozzetto, Luciano Sechi, Paolo Mosca.
Comincia quindi a lavorare per “IL Giornale Nuovo” degli anni “80 nei pubbliredazionali per la moda. Alla “corte” di “zio Indro”ci sono Gianni Granzotto, Cesare Biazzi Vergani, Marcello Staglieno che la fanno sentire in famiglia. Collabora anche con la redazione di Genova. (foto 5 - 6)
Allestisce una mostra alla galleria “La Polena” di Forte dei Marmi. (foto 7)
Nell’80 Rossana Bewik allestisce per lei una mostra in Canada, a Montreal.
Conosce Tito Fontana che da tempo sogna di musicare dei paesaggi e quando vede quelli della Giovenco nasce il progetto “Suoni e Colori” alla “Galleria Cortina” di piazza Cavour a Milano: musica e pittura si uniscono per esprimere una stessa emozione, grazie alla uguale sensibilità dei due artisti. Galleria al buio, brano e durata del fascio di luce sull’opera sincronizzati: ogni quadro con la sua colonna sonora. E’ una mostra-spettacolo che dura sedici minuti. (foto 8)
Per lo “Studio 7” e la DIRE disegna diverse copertine di LP di jazz e partecipa alla realizzazione dei brani che Tito Fontana compone per musicare le poesie di Papa Woityla che, dopo il memorabile concerto di Sarah Waughan a Dusseldorf, diventeranno un LP.
Nell’83 produce delle collezioni di pelletteria maschile e disegna borse da donna.
Nell’87 scrive una serie di interviste a personaggi famosi “Com’erano da piccoli” -Infanzia e adolescenza di persone conosciute -.Paolo Villaggio, Ornella Vanoni, Giorgio Soavi, Arnaldo Pomodoro, Gino Paoli, Ottavio Missoni, Bruno Lauzi, Ugo Gregoretti, Mino Damato, Walter Chiari, Carlo Castellaneta, Gianni Baget Bozzo, Enzo Biagi, Alberto Bertuzzi, Pippo Baudo, Enrico Baj. Diventerà un libro pubblicato da Rebellato nel ‘93
Nel ‘91 e nel ’92 produce alcune collezioni di moda femminile.
Collabora nell’atelier di Sergio Soldano per la gestione del marchio e si avvicina al mondo dei profumi che la affascina: ne nasce un brevetto per la realizzazione nei negozi di profumi personalizzati costato tre anni di studio. Ma la commercializzazione viene bruscamente interrotta dalla malattia: sindrome della stanchezza cronica. Superata la prima fase, ma non essendo ancora in grado condurre un’attività esterna, ricomincia a dipingere, ma onde evitare gli inconvenienti con i colori ad olio, che asciugano molto lentamente, per la presenza di un cane e di un gatto, sperimenta una nuova tecnica che utilizza gli avanzi delle sete usate per le sue collezioni di abbigliamento.
Nascono così le tarsie di stoffa. Tra migliaia di scampoli, soprattutto sete, cercare la tonalità desiderata, tagliarla nella forma giusta e incollarla: un frammento tessile al posto di una pennellata. Un lavoro certosino.
A Portofino collauda con successo i primi quadri realizzati con la sua tecnica.
Nel 2000 ne espone una trentina allo “Spazio San Carpoforo” a Milano. (foto 9)
Quando cominciano le polemiche sul crocifisso e la Comunità Europea nega le origini giudaico cristiane nella Costituzione, decide di intraprendere una piccola battaglia personale per rimarcare l’importanza del rispetto delle nostre origini se si vogliono veramente rispettare le culture altrui. E’ inoltre un omaggio a tutti quei nostri antenati che in duemila anni ci hanno lasciato un patrimonio di inestimabile bellezza.
Nel 2005 nello spazio dei due altari laterali della chiesa di Santa Maria di Bogliasco espone quaranta opere raffiguranti facciate di chiese e altri piccoli paesaggi liguri destinati alla raccolta di fondi per il restauro della facciata dell’Oratorio di Santa Chiara.
Nel 2009 decide di raccogliere in un libro parte delle 150 facciate di chiese già “dipinte”: Vittorio Sgarbi scrive la presentazione, la prefazione è del Card. Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, e “IL CITTADINO” ne è l’editore. E’ un viaggio in Italia attraverso le più belle chiese che la cristianità ci ha donato. (foto 10)
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